Welfare aziendale: i vantaggi per azienda e dipendente dopo la Legge di Stabilità

Welfare aziendale: i vantaggi per azienda e dipendente dopo la Legge di Stabilità
Le iniziative di welfare aziendale garantiscono molti vantaggi fiscali sia alle aziende che ai loro dipendenti.
Merito delle misure introdotte con la Legge di Stabilità 2016 e poi allargate con la legge di Stabilità del 2017, che hanno introdotto la completa detassazione del welfare aziendale.
Misure che restano confermate anche con la Finanziaria del 2018. La legge in questo modo favorisce con forza i servizi che i datori di lavoro mettono a disposizione dei dipendenti e dei loro familiari per finalità di:
- istruzione;
- educazione;
- ricreazione;
- assistenza sociale;
- previdenza complementare;
- tipo sanitario.
Welfare Aziendale, vantaggio concreto per le aziende
Il vantaggio fiscale più diretto per l’azienda consiste nel diritto di dedurre tutti i costi dei servizi offerti ai dipendenti dall’imponibile del reddito di impresa.
Nel valutare il vantaggio fiscale bisogna quindi considerare le aliquote di tassazione previste dalle principali imposte sul reddito delle imprese. Dal 2017 l’Ires (l’Imposta sul reddito delle società) prevede un’aliquota del 24%, ridotta rispetto al 27,5% in vigore fino al 2016
Per esempio, un’azienda che avesse un imponibile Ires di 2 milioni di euro dovrebbe versare all’erario 480 mila euro a titolo di Ires in assenza di un piano di welfare aziendale da dedurre. Se invece la stessa azienda prevedesse servizi di sostegno ai dipendenti per 200mila euro di costo complessivo, totalmente deducibili, il suo imponibile Ires scenderebbe a 1,8 milioni di euro, con un relativo calo di 48mila euro dell’Ires da versare.
Premiare un dipendente con un’erogazione da 1.000 euro netti in denaro può costare quindi circa 1.400 euro all’azienda, tenuta a versare la sua quota di contributi previdenziali (l’aliquota “normale” è del 32,7%, ma è previsto uno sconto del 20% per il reddito da premi fino a 800 euro) ai quali va sommata la quota di contributi a carico del dipendente e il pagamento dell’Irpef, con aliquota agevolata al 10%.
Se lo stesso premio, invece, viene pagato con iniziative di welfare aziendale il costo per l’impresa si riduce a 1000 euro, che vanno direttamente al dipendente, in totale esenzione fiscale e contributiva.
Il welfare aziendale è a misura di dipendente
Per il dipendente è prevista la detassazione totale dei beni e dei servizi che riceve nell’ambito di piani di welfare aziendale, sia che siano introdotti volontariamente dall’impresa sia che siano negoziati, ad esempio attraverso la conversione di un premio di risultato o perché concordati tra l’azienda e i sindacati.
Questo significa che il cuneo fiscale sulle iniziative di welfare è azzerato. Quindi il valore di quei servizi welfare è escluso dall’imponibile dell’Irpef, l’imposta sui redditi delle persone, e anche dall’imponibile su cui si calcolano i contributi previdenziali.
Prendiamo il caso di un dipendente con un reddito di 28 mila euro lordi annui. In assenza di detrazioni fiscali diverse da quella prevista per il lavoro dipendente, dovrà pagare all’erario 5.982 euro di Irpef. Se il suo datore di lavoro gli concedesse un aumento in busta paga di 2 mila euro lordi annui lui ne incasserebbe più o meno 1.200 netti, una volta pagati tasse e contributi. Se invece lo stesso aumento fosse erogato esclusivamente in beni e servizi nell’ambito di un piano di welfare aziendale negoziato, su quei 2mila euro non ci sarebbe nessuna trattenuta.
Per il dipendente è molto vantaggioso anche convertire il premio di risultato in iniziative di welfare aziendale. Se sceglie di essere premiato non in contanti ma attraverso piani di sostegno in ambito educativo, ricreativo, sanitario, previdenziale o sociale, il dipendente può godere della detassazione e decontribuzione totali. Se invece sceglie il pagamento in denaro deve pagare l’Irpef (con il tasso agevolato del 10%) e la sua quota di contributi (al 9,19%).
Welfare Aziendale: le regole da rispettare
Quando si parla di welfare aziendale, però, le aziende devono essere consapevoli di alcuni vincoli stringenti per poter beneficiare dei vantaggi fiscali. Ecco quali:
- La detassazione dei premi vale solo se il piano di welfare è offerto alla generalità dei dipendenti o a una categoria omogenea di dipendenti;
- Se invece i piani di welfare sono riservati solo ad alcuni dipendenti, allora non usufruiscono delle agevolazioni fiscali;
- Se i vantaggi fiscali per i dipendenti si applicano sia ai piani di welfare basati su un contratto sia a quelli istituiti su base volontaria dall’impresa, la detassazione del reddito d’azienda vale soltanto per le iniziative di welfare basate su un contratto. Su quelle concesse volontariamente dal datore di lavoro la deducibilità invece di essere al 100% è ridotta al 5 per mille (0,5%).
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