Welfare aziendale
4 Mar 2020

Gli sgravi contributivi per le imprese che nei contratti aziendali conciliano famiglia e lavoro

Gli sgravi contributivi per le imprese che nei contratti aziendali conciliano famiglia e lavoro

Premiare fiscalmente le imprese che favoriscono la conciliazione tra famiglia e lavoro anche attraverso beni e servizi di welfare aziendale. E’ quanto introdotto dal decreto del 14 settembre 2017, firmato dal ministro del Lavoro e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, che riconosce sgravi contributivi alle imprese del settore privato che prevedono istituti di conciliazione per i dipendenti tra vita professionale e privata nei contratti aziendali e di secondo livello. In pratica si attua in via sperimentale il decreto legislativo 80/2015 (misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione del Jobs Act).

Le aree e le misure previste

Il decreto definisce inoltre l’insieme delle misure riguardanti la conciliazione vita-lavoro che consentono l’accesso agli sgravi contributivi dividendole in tre campi d’azione. Per l’area di intervento genitorialità è prevista l’estensione del congedo di paternità – con previsione della relativa indennità -, l’estensione del congedo parentale in termini temporali e/o integrazione della relativa indennità, nidi d’infanzia, asili nido o spazi ludico-ricreativi aziendali o interaziendali. A questi si aggiungono percorsi formativi (e-learning/coaching) per favorire il rientro dal congedo di maternità e buoni per l’acquisto di servizi di baby sitting ai neo genitori. L’area di intervento flessibilità organizzativa riguarda il lavoro agile con la flessibilità oraria in entrata e uscita, part-time, banca ore e cessione solidale dei permessi con integrazione da parte dell’impresa dei permessi ceduti. L’area di intervento denominata welfare aziendale prevede invece convenzioni per l’erogazione di servizi time saving, convenzioni con strutture e buoni per l’acquisto di servizi di assistenza e cura.
Il decreto prevede uno stanziamento complessivo di 110 milioni di euro per il biennio 2017-2018. Il beneficio degli sgravi contributivi potrà inoltre essere riconosciuto ai contratti collettivi aziendali e di secondo livello sottoscritti e depositati fra il 1° gennaio 2017 e il 31 agosto 2018.

Quando scatta l’agevolazione e a quanto ammonta

Ma a quanto ammonta l’agevolazione e quali sono le condizioni che permettono di usufruirne? I datori di lavoro potranno beneficiare di uno sgravio contributivo fino al 5% dell’imponibile previdenziale previsto per tutta la forza-lavoro aziendale. A stabilire la misura sarà l’Inps, che deciderà in base al numero di dipendenti assunti e alle dichiarazioni contributive presentate dai datori di lavoro. Un requisito da rispettare per ottenere lo sgravio è che nei contratti collettivi delle aziende ci siano almeno due misure tra quelle elencate sopra, una di cui obbligatoriamente appartenente all’area sostegno alla genitorialità. I contratti dovranno interessare almeno il 70% dei dipendenti occupati dal datore di lavoro nell’anno precedente alla presentazione della domanda, che deve essere inviata in via telematica all’Inps.