In tema di conciliazione tra famiglia-lavoro, il riferimento sono spesso le mamme, ma i piani di welfare aziendale sono sempre più attenti anche al congedo di paternità.
Purtroppo l’Italia non brilla da questo punto di vista, siamo ancora in fondo alle graduatorie europee per le politiche applicate alla paternità, specialmente se consideriamo l’estensione del congedo ai padri.
Ma anche nel nostro Paese c’è una certa evoluzione da questo punto di vista, sia sul piano pubblico che nel settore privato-aziendale.
Forse avrai già potuto notare come si vedono sempre più benefit nei programmi di welfare delle aziende per dipendenti con figli.
In questo articolo ti illustriamo qualche esempio di welfare virtuoso e vediamo cosa dice la legge sul permesso per paternità.
Proprio dalle imprese sta arrivando la spinta a compiere passi in avanti, nella consapevolezza che tale azione possa portare vantaggi diretti e indiretti all’azienda come al dipendente.
Tra gli esempi virtuosi, ancor prima dell’attuale Legge di Bilancio che è andata in questa direzione, c’è quello di L’Oreal Italia che, nel rinnovo del contratto integrativo ha inserito per i dipendenti 10 giorni di permesso paternità retribuiti al 100%.
Tale iniziativa rientra nel piano di welfare aziendale e, nello specifico, in una serie più ampia di misure che offrono sostegno e flessibilità per la cura dei familiari e l’assistenza a genitori anziani.
Nell’accordo integrativo di L’Oreal Italia vengono infatti riconosciuti permessi extra e sono garantiti orari flessibili ai dipendenti con genitori o nonni che hanno superato i 75 anni, o ai neo genitori di bambini di età inferiore ai 3 anni.
A completare gli interventi per la genitorialità ci sono l’aumento fino a 140 euro mensili dell’assegno per asilo nido (esteso anche ai papà) e la possibilità, in caso lavoro part-time, di farlo per un minimo di 6 mesi fino a un massimo di 3 anni (con una giornata lavorativa di 6 ore e una riduzione del 20% dello stipendio).
A precorrere i tempi nel nostro Paese è stata anche Mastercard Italia, che già da 4 anni ha esteso a 8 settimane il congedo di paternità con un costo totalmente a carico dell’azienda.
In pratica si tratta di 2 mesi che i neo-papà potranno godere in famiglia fin dalla nascita del figlio o scegliere di suddividere in più periodi nell’arco dei primi mesi di vita del figlio.
Un altro esempio, quello di Mastercard, di come l’azienda possa intervenire in maniera importante sull’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, andando in alcuni casi a colmare alcune lacune legislative.
A questo proposito, vediamo cosa dice la legge sul congedo di paternità in Italia.
Se l’Italia non ha politiche lavorative legate alla paternità in ambito particolarmente all’avanguardia è anche vero che abbiamo compiuto come nazione qualche passo in avanti. Questo va verso un’estensione dei giorni di permesso per chi ha un impiego e diventa papà.
Con la Legge di Bilancio 2021 il congedo di paternità obbligatorio è stato esteso a 10 giorni. Significa che, dopo la nascita di un figlio, un dipendente deve rimanere a casa per 10 giorni percependo una retribuzione al 100%.
Un’altra importante novità è il fatto che si può usufruire di tale congedo anche quando si è investiti da una disgrazia come la morte perinatale del figlio.
La legge prevede anche una giornata di assenza facoltativa, che può essere autorizzata nel caso in cui la madre rinunci alla maternità.
Si può fruire dei 10 giorni di congedo obbligatorio entro 5 mesi dalla nascita del figlio. La misura vale anche per l’affido e l’adozione e, in questi casi, il periodo-finestra scatta al momento dell’ingresso in famiglia del bambino.