La pausa pranzo è fondamentale per i dipendenti e migliora la produttività

Che avvenga in ufficio o all’interno della propria abitazione, la pausa pranzo in orario di lavoro è un momento di stacco dagli impegni quotidiani, in cui concedersi del tempo per sé o approfittarne per parlare con i colleghi davanti ad un pasto, possibilmente equilibrato.
Spesso, però, le persone che lavorano hanno l’abitudine di saltare il pranzo oppure di consumare velocemente uno snack davanti alla propria scrivania, magari continuando a inviare qualche e-mail di lavoro. Questo succede sempre più in smart working, anche a causa del fatto che, finita una call alle 13, spesso ne inizia un’altra subito dopo quindi il tempo per un pranzo salutare ed equilibrato è sempre più ridotto.
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Le abitudini, per chi invece il pranzo non lo salta, sono le più svariate: c’è chi preferisce portarsi il cibo preparato da casa (la cosiddetta “schiscetta”), chi invece preferisce andare nei locali o ristoranti vicino all’ufficio per concedersi un momento di pausa staccando la spina. E in quest’ultimo caso ne approfitta per chiacchierare con i colleghi o per incontrare amici e conoscenti.
Per chi lavora in smart working da casa, a volte la pausa pranzo può essere l’occasione per abbandonare le quattro mura e conoscere meglio il quartiere in cui si vive.
Ma come dipendenti e collaboratori possono mantenere uno stile di vita sano e buone abitudini alimentari anche durante il lunch break?
E quanto conta per la tua azienda garantire che tutto questo avvenga? Tanto, perché il benessere delle proprie persone passa non solo da una corretta alimentazione, ma anche dal ritagliarsi dei momenti per sé durante il lavoro. In questo, come vedremo, un grosso contributo viene anche dai buoni pasto.
Trascorrere ore di fronte al computer può essere molto dannoso, sia a livello fisico che mentale. La mancanza di energia e concentrazione può far scaturire infatti anche da “errori” che vanno a influire sul rendimento.
Per le aziende, pertanto, garantire un regime alimentare corretto e regolare a dipendenti e collaboratori può far incrementare in maniera concreta la
produttività.
Come possono allora migliorare la pausa pranzo dei propri dipendenti e, di conseguenza, la loro salute e il loro rendimento?
La soluzione migliore è il buono pasto: oggi, rappresenta uno dei benefit aziendali maggiormente apprezzati da dipendenti e collaboratori. Permette loro di avere a disposizione un contributo giornaliero di valore prestabilito utilizzabile presso un network di esercizi commerciali convenzionati, composto da bar, ristoranti, tavole calde e supermercati.
Le persone hanno così la possibilità di consumare pasti completi ed equilibrati in pausa pranzo, senza vincoli di orario, di luogo o fruizione, ma anche di fare la spesa in base alle proprie preferenze alimentari.
Il buono pasto risponde così alla classica domanda che i lavoratori si fanno “Dove fare la pausa pranzo?” e offre tantissime possibilità.
Peraltro, per avere un elenco dei locali convenzionati, nel caso dei Ticket Restaurant®, basta andare online nell’area beneficiari o cercare tramite l’app che dà indicazioni anche in base alla geolocalizzazione.
Se come azienda vuoi puntare su una pausa pranzo che sia piacevole nonché ristoratrice per dipendenti e collaboratori, la possibilità di offrire una varietà di location non è da trascurare.
Anche perché, stando all’indagine F.O.O.D 2020 (Fighting Obesity through Offer and Demand, condotta dal Gruppo Edenred per analizzare come si evolve la pausa pranzo, è emerso che, nonostante il periodo molto critico che abbiamo vissuto, l’alimentazione equilibrata rimane un obiettivo costante per tutti i lavoratori.
Nello studio, che ha visto protagonisti oltre 40.000 lavoratori dipendenti e 2300 proprietari di ristoranti nei mercati dove Edenred è presente – tra Europa, Asia e America Latina – il 74% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di dare oggi ancora più attenzione alla qualità di ciò che mangia, il 58%, poi, ha anche ammesso di non aver variato la sua dieta nei mesi di lockdown.
E l’attenzione alla propria dieta è dimostrata dal fatto che il 68% dei dipendenti intervistati chiede di avere più alimenti freschi e piatti sani nei menù.
Altrettanto importante è che il 72% di dipendenti ha continuato a ordinare nei ristoranti preferiti, spesso avvalendosi di canali digitali. E in tutto questo i buoni pasto hanno giocato un ruolo cruciale: stando alla ricerca, a livello globale, il 65% di chi fruisce dei buoni pasto ha ammesso che senza il loro potere d’acquisto sarebbe notevolmente diminuito.
Così come l’87% ha apprezzato il fatto di avere a disposizione, proprio durante il lockdown, i buoni pasto digitali che hanno permesso di usufruire dei servizi di food delivery, per esempio, e di rispettare le misure anticontagio.
Buoni pasto che sono apprezzati anche dai ristoratori: il 76% a livello globale pensano che abbiano un impatto positivo sulla propria attività perché fidelizza la clientela e la pensano così anche in Italia: a confermarlo il 65% dei ristoratori intervistati che operano nel nostro Paese.
Lato azienda, poi, bisogna ricordare che grazie a strumenti come i buoni pasto, si è in grado, e lo abbiamo visto, di aumentare il potere di acquisto dei dipendenti incentivando, allo stesso tempo, il consumo di pasti sani e bilanciati, rendendoli accessibili in qualunque luogo e momento.
Oltre ai buoni pasto, ecco qualche consiglio per far sì che la tua azienda sia attiva per garantire ai tuoi collaboratori una pausa pranzo salutare:
- chiedere ai manager di evitare di fissare riunioni tra le 13 e le 14, e questo vale anche in smart working. Così come far sì che le riunioni del mattino terminino possibilmente, tranne “emergenze”, entro le 13;
- mettere a disposizione dei dipendenti boccioni di acqua in modo da ricordare loro l’importanza di bere almeno 1,5 litri al giorno. Nelle aree dei boccioni condividere delle indicazioni che spieghino perché è importante mantenere la giusta idratazione;
- proporre nei distributori automatici per lo più cibi sani come frutta (sia fresca che secca) e verdura;
- cercare di favorire l’attività fisica prevedendo delle lezioni di yoga in azienda, convenzioni con palestre e centri fitness (qualora non esista la palestra aziendale) anche grazie ai voucher welfare;
- privilegiare per pranzi o cene aziendali menù sani e che permettano ai dipendenti di scoprire nuovi cibi, magari poco noti, ma dall’alto valore nutrizionale (come alcuni tipi di legumi oppure ortaggi poco diffusi).
Buone abitudini alimentari unite ad uno stile di vita non sedentario, sono in grado di migliorare notevolmente la salute delle persone.
Vuoi saperne di più sui buoni pasto?